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giovedì 12 aprile 2012

Coffee Break!


Tra una prova e l'altra, prima di un concerto, dopo studio intenso, ecco l'euforia della caffeina nella mia vita!

venerdì 23 marzo 2012

Il Compito dell'Artista

Nel 1834 Heinrich Heine scriveva :
La mia vecchia profezia sulla fine del periodo artistico, che è cominciato presso la culla di Goethe e finirà presso la sua bara, sembra vicina al suo compimento. [...] L'arte odierna si trova nella più spiacevole contraddizione con il presente. Questa contraddizione, e non il movimento stesso dell'epoca, è tanto dannosa all'arte; al contrario, questo movimento dell'epoca dovrebbe, anzi, esserle favorevole, come un tempo ad Atene e Firenze, dove proprio tra le più selvagge tempeste della guerra e della lotta fra i partiti l'arte spiegò i suoi fiori più splendidi. Certo, quegli artisti greci e fiorentini non conducevano una vita artisticamente isolata, l'anima oziosamente poetante chiusa in maniera ermetica nei confronti delle grandi sofferenze e delle grandi gioie del momento; al contrario, le loro opere erano soltanto il riflesso sognante del loro tempo, ed essi stessi erano uomini tutti d'un pezzo, la cui personalità era altrettanto possente della forza creatrice; Fidia e Michelangelo erano uomini tutti d'un pezzo come le loro statue, e come queste si adattavano ai loro templi greci e cattolici, allo stesso modo quegli artisti si trovavano in santa armonia con il proprio ambiente; essi non separavano la loro arte dalla politica del giorno, non lavoravano con misero entusiasmo privato che si adatta facilmente a qualsivoglia materia; Eschilo ha scritto i Persiani con la medesima verità con cui li ha combattuti a Maratona, e Dante compose la sua Divina Commedia non come stabile poeta a commissione, ma come guelfo fuggiasco, e durante l'esilio e le sofferenze della guerra non lamentò mai il tramonto del suo talento, ma quello della sua libertà. Tuttavia, l'epoca nuova produrrà anche un'arte nuova, che si troverà con se stessa in una entusiastica armonia, che non avrà mai bisogno di prendere a prestito i suoi simboli da un passato ormai morto, e che dovrà creare perfino una nuova tecnica diversa da quella attuale.